Counseling Infermieristico
Corso Teorico /Pratico Online
Durata: 120 ore online+ 430 di Pratica
Quota d'iscrizione euro 600,00
Il ruolo dell'Infermiere Counselor
Il counseling viene definito come un’azione professionale in cui il Counselor, promuovendo ed orientando il Paziente/Cliente attraverso tecniche comportamentali e psicologiche di relazione, lo induce ad effettuare il cambiamento necessario per soddisfare in assoluta autonomia la risoluzione del suo problema. In poche parole, il counselor aiuta ad aiutarsi. Quindi il counselling sanitario può essere descritto come l’aiuto non prettamente clinico-farmacologico del paziente e della sua famiglia ad un problema di salute o di promuovere un comportamento di benessere e prevenzione alla malattia (come smettere di fumare).
Il Counselling sanitario come strumento per l’infermiere
Il Counselor sanitario non risolve problemi, non da consigli per farlo e neppure si imbatte nella psiche del Cliente, perché così facendo incorrerebbe in una denuncia per abuso di professione di psicologo.
Il Counselor sanitario nello specifico può essere un qualunque professionista sanitario (che abbia effettuato corsi specifici e training con professionisti) che, immerso nella sua attività di operatore della salute, operi non solo nella risoluzione del problema attuale del paziente ma lo educhi a prevenirlo attraverso la cosiddetta promozione della salute.
La Carta di Ottawa ha definito come promozione della salute:
Il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla.
Il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla.
Con queste premesse, essendo l’infermiere il professionista con il quale il paziente passa più tempo, può essere considerato come il perfetto candidato a cui richiedere una preparazione specifica nel counseling sanitario.
Ma non basta semplicemente “saperci fare con le persone”.
Il Counselling sanitario, per essere efficace, ha bisogno di una certa dose di tecnicismo: tecniche di autocontrollo, come quelle dell’ascolto attivo tramite cui controllare la nostra interiorità al fine di rendere la relazione più fruttifera possibile.
Una preparazione minima sul rapporto efficace dovrebbe appartenere al background di tutti i professionisti, soprattutto degli infermieri.
La preparazione al counselling sanitario è anche un modo per crescere personalmente (e magari cambiare anche se stessi): si richiede all’operatore un continuo dialogo tra il sé personale e quello professionale, riuscire a discernere e separare i due mondi interni darà il notevole vantaggio, qualunque sia il traguardo raggiunto, di non portare i problemi personali al lavoro o ancora meglio… di lasciare quelli lavorativi in ospedale!
Fare leva per cambiare i comportamenti con il counselling sanitario
Il rapporto tra operatore e paziente non è un rapporto alla pari. Spesso chi assume la figura del professionista si imbatte nel senso di dipendenza che il paziente ha nei suoi confronti (spesso inconscia anche al paziente). Quindi è bene valutare sempre quali siano i limiti da imporsi per comunicare un messaggio valido e importante, sulla base di cosa comunicare e della modalità più adeguata per farlo.
L’operatore ovviamente avrà bisogno di pochi secondi per comprendere i reali bisogni di salute del paziente (se obeso e fumatore). Purtroppo non sempre (quasi mai) in altrettanti secondi si può modificare il comportamento di un’intera vita di una persona.
Al massimo in qualche secondo un medico sbrigativo può prescrivere qualche farmaco, un infermiere altrettanto approssimativo quella stessa pillola sarà sbrigativo nel cacciarla in bocca al paziente ed in genere, al paziente non dispiacerà riuscire a risolvere un grosso problema in cambio di una piccola pillolina da mandare giù qualche volta al giorno. Ma non tutti i comportamenti e tutte le sue conseguenze si possono risolvere con un farmaco
Questo perché il paziente non avverte nel suo presente energia emotiva come l’ansia e la paura di perseverare in un comportamento dannoso. Non sente la tensione che nasce dall’istinto di sopravvivenza.
Spesso il paziente obeso giustifica il suo peso con il piacere di mangiare e nello smettere un abbassamento notevole della sua qualità di vita: il piacere di un comportamento che da godimento nel breve termine è maggiore del rischio statistico di una malattia nel lungo termine.